Se c’è una cosa di cui in Blade Runner (1982) di Ridley Scott non si parla è proprio della pecora, e del fatto che Rick Deckard, il protagonista e cacciatore di androidi, ne voglia comperare una. Eppure il riferimento all’animale era già nel titolo originale del romanzo di Philip K. Dick, dal quale il cult della fantascienza americano era stato tratto.
E’ invece proprio la pecora l’unico elemento di coerenza tra il romanzo e Sueñan los Androides (2015) del regista Ion De Sosa, film in realtà poco interessato che ci sia davvero un filo tra le due cose, e più orientato a fare di questo progetto una fotografia della Spagna di questi giorni: una megalopoli scolorita e abbandonata in cui tutti sono androidi, o fantasmi.
Ambientato in una deserta città turistica a ridosso sul mare (il film è stato girato d’inverno), il film di De Sosa si dilunga però troppo sul vuoto lasciato dalle costruzioni incomplete (emerge la natura documentaristica del regista) e non approfondisce mai quello che è l’aspetto più umano di questa tragedia dei tempi moderni: la perdita d’identità del soggetto.
Girato in realtà durante una vacanza con gli amici, tra attori improvvisati ed una esasperata riflessione sull’estetica del vuoto, un film che vuole disturbare e farsi notare, ma che suscita solo qualche risatina. Un B movie anacronistico (per volontà stessa del regista) indeciso se fare sul serio (molto bello e suggestivo il fotogramma finale) o prendere tutti in giro (il racconto dell’androide omosessuale) .
Ancora un film in formato 4:3, questa volta girato in 16mm e non frutto di un editing di VHS come Flotel Europa (2015) di Vladimir Tomić, entrambi comunque digitalizzati nel risultato finale. Sembra questa una tendenza oggettiva catturata dai selezionatori delle del Forum internazionale, una forma per i registi anche di farsi notare al 65° Festival Internazionale di Berlino in un continuo fluire di immagini per il 90% delle volte uniformate nel rapporto 16:9.
[…] speciale mediometraggio: Suenan los androides di Ion De Sosa – Se fai un film con gli amici è sicuramente di fantascienza. Se hai una pecora, […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] fatto con saggezza, che mette veramente sul ring Koza (il soprannome di Peter Baláz che vuol dire capra) a fare quello che forse sa fare meglio, o peggio, e abbattendo, nonostante la scrittura, quel […]
"Mi piace""Mi piace"