Living Cinema

Barbie e il cinema capitale.

In Nicheldome on 22 marzo 2024 at 13:08

Passata la travolgente onda rosa, ho finalmente visto Barbie (2023) di Greta Gerwig, e penso che sia un film divertente, ben fatto/impacchettato, ma che sia stato anche una po’ sopravvalutato, almeno in Europa.

Più americano che europeo, sia nella messa in scena che nella caratterizzazione dei personaggi, così come nella scelta degli stereotipi da abbattere (il mito del cavallo e dell’uomo che diventa padrone della sua frontiera, piuttosto che la centralità della famiglia), il film affronta coraggiosamente i temi del momento concentrandosi particolarmente sulla giusta messa in discussione del patriarcato, le cui scelte parodistiche sono a mio avviso spesso di difficile identificazione da parte di un pubblico meno abituato alla plastica.

Oggettivamente, quanti maschi alpha avranno pagato il biglietto per andare a vedere Barbie? Io ho i miei dubbi che questi abbiano contribuito al successo del botteghino del film interpretato da una perfetta Margot Robbie, e quindi per me Barbie rimare il classifico film di chi se la canta se la suona (e se la gioca in questo caso) da solo.

Molto più importante, il film potrebbe aver scosso la salda morale maschilista di qualche donna in sala (la gag dei piedi che rimangono sempre sospesi anche senza le scarpe, è forse la più riuscita) e questo sarebbe un pregio per una pellicola che ha fatto del tam tam rosa il suo principale successo.

Personalmente però, io ho visto Barbie come invece una trappola ben tesa dalle esigenze di mercato della Mattel, la casa di giochi più famosa al mondo.

Non posso escludere questo livello di lettura per questo prodotto altamente commerciale (a mio avviso pari a Godzilla e Spider-man), dalle strategie di ampliamento del mercato della bambola fino alla revisione del prodotto stesso, che adesso vien fatta accettare anche ad una certa élite culturale che prima attaccava questa bambola simbolo del vuoto che per la donna rappresentava, e che adesso esce dalla visione del film rivendicando questa nuova lettura del giocattolo come simbolo di emancipazione (in alcuni casi guerra) femminile.

Barbie, il film, secondo me è solamente un potentissimo strumento capitalista, perché porta in scena un oggetto di consumo vero e proprio, una bambola modello, che si umanizza nella finzione e diventa portatrice di un cambiamento sociale nella realtà.

Grazie poi proprio a questo tono da commedia divertente e assolata, passa invece questa colossale strategia di marketing, che rilancia la bambola più venduta al mondo in una nuova forma di oggetto, adesso simbolo di emancipazione più che mai.

Tornando al film, gran regia visiva (mi ha ricordato però un videoclip con Kate Perry) e un immenso Ken (Ryan Gosling).

buona visione.

dimmi cosa vedi:

Captain NEMO's Weblog

Alchimia & Filosofia della Natura

CINEMA ZOO

IL CINEMA DALLA B ALLA ZOO

Cinema Estremo

Sex Horror Violence Weird Drama | Recensioni Film e Serie TV

Early Irish Cinema

What's On in Irish Cinemas - 100 Years Ago