All’inizio c’è tensione, da subito.
Tu non lo sai cosa ti aspetta. Sai solo che i poliziotti sono dei pezzi di merda. E all’inizio, non sai nemmeno che sono poliziotti, ma che sono solo dei pezzi di merda. Leggi il seguito di questo post »
All’inizio c’è tensione, da subito.
Tu non lo sai cosa ti aspetta. Sai solo che i poliziotti sono dei pezzi di merda. E all’inizio, non sai nemmeno che sono poliziotti, ma che sono solo dei pezzi di merda. Leggi il seguito di questo post »
La cinematografia dell’Est Europa è in questi ultimi anni quella con maggiore ispirazione e coraggio, perché spinta senza regole da una viscerale necessità di trovare una propria strada, con variabili misure e distanze da quello che è stato il recente passato, sia storico che cinematografico. Per questi motivi questo tipo di cinematografia sfugge ancora (per fortuna) al processo di omologazione che ha appiattito la maggior parte delle cinematografie occidentali e non è un caso, infatti, che di fronte al coraggio mostrato per la scelta dei temi e della rappresentazione visiva (sesso e macchina a mano su tutto) il pubblico seduto abituato ad una visione occidentalizzata ne sia spesso stato travolto, spinto ad abbandonare la sala o a voltare la testa dall’altra parte. La cinematografia serba sembra però, tra tutte quelle che sono rinate dopo la caduta del muro (compreso il boom rumeno) quella che più di tutte ha pigiato il piede sull’acceleratore. Leggi il seguito di questo post »
Lo spunto di partenza è Serbian film (2009) di Srđan Spasojević, che potrebbe limitarsi ad essere la storia di un ex attore porno che accetta un’offerta economica per girare un hard concettuale e si ritrova in un incubo “core”, ma poiché questa discesa agli inferi è costruita da Spasojević con una progressione che non si pone limiti, lo spunto di partenza di questa riflessione deve a sua volta essere introdotta da una domanda. Cosa siamo abituati a vedere? Con l’accesso tramite internet a qualsiasi tipo di immagine/visione, a cosa si sta abituando l’occhio? Cosa riprende la gente e riversa nella rete, 24 ore al giorno, in ogni angolo del mondo?
È innegabile infatti che l’avvento del digitale ha prodotto un surplus di immagini che, prive di una loro storia e cultura linguistica, altro non hanno fatto che massimizzare gli impulsi più selvaggi della maggior parte degli utenti. Il fenomeno del digitale su internet ha scoperto così l’ennesimo vaso di pandora dove incidenti stradali o face fucking sono all’ordine del giorno nei desideri di visione della maggior parte degli click effettuati su internet.
Alchimia & Filosofia della Natura
IL CINEMA DALLA B ALLA ZOO
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