Alcuni autori, non lo nascondiamo, ci piacciono in maniera particolare, sarà per la maniera plastica di comporre il fotogramma, sarà la particolarità con la quale costruiscono i loro protagonisti (anche attraverso l’uso dei primi piani senza le quinte nei dialoghi) o per l’assurdità nella quale sono immerse le loro storie, e quelle che ci raccontano, in un mondo sempre fortemente immaginario (l’uso delle lenti larghe?) che è sempre al limite tra la realtà ed il grottesco, e come loro vedono il cinema e la vita. Leggi il seguito di questo post »