
Cenere e diamanti (1958)
In Polonia dopo la morte di Iosif Stalin in URSS, cui segue un periodo di disgelo in quasi tutti i paesi satelliti del blocco dell’Est, esordisce con il film Generazione (1955) un regista presto simbolo del realismo politico polacco: Andrzej Witold Wajda che dirige poi anche importanti film come I dannati di Varsavia (1957) e Cenere e diamanti (1958). È in questo decennio che s’intensifica la qualità produttiva del gruppo cinematografico di Kadr, diretto da Jerzy Kavalerovicz, e dal quale esce il regista Roman Polanski. È il cinema polacco di questo decennio soprattutto (e che prosegue anche in quello seguente) ad influenzare maggiormente tutto il cinema e la narrazione cinematografica dell’Est.

Syngman Rhee
In Corea del Sud il 25 giugno 1950 scoppia l’inevitabile conflitto tra le forze occupanti. Il territorio è devastato, distrutto, ed anche la produzione cinematografica viene letteralmente cancellata, tanto che si perdono le tracce di intere pellicole tutte antecedenti il 1945. Il presidente del paese è l’autocratico Syngman Rhee e durante la seconda metà degli Anni 50 la produzione cinematografica viene rilanciata passando da 8 pellicole prodotte nel 1954 alle 108 del 1959. Il cinema diventa insomma la prima forma d’intrattenimento popolare tanto che sono costruiti i primi studios nazionali.

Il posto delle fragole (1957)
In Svezia i lavori del regista Ingmar Bergman fanno fare il salto di qualità alla cinematografia nazionale e grazie ai capolavori diretti in questi anni, incentrati sulla ricerca di risposte ai quesiti della vita, il regista si afferma come maestro di una scuola capace di influenzare intere generazioni di cineasti, non solo nel suo paese. È in questi anni che realizza due capisaldi della cinematografia mondiale: Il settimo sigillo (1956) e Il posto delle fragole (1957), quest’ultimo per di più interpretato da un altro grande regista, l’amico Victor Sjöström.
A Cuba il 1° gennaio 1959 il comandante Fidel Castro conquista il potere con la sua rivoluzione rovesciando il governo di Fulgencio Batista, che lo aveva a sua volta ottenuto nel 1952 con un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti. Sotto il nuovo governo, autoproclamatosi comunista, è istituito immediatamente l’Istituto Cubano dell’Arte e dell’Industria Cinematografica e ovviamente le prime produzioni affrontano unicamente i temi della rivoluzione.

08-15 (1953)
Nella Repubblica Federale Tedesca la situazione incomincia a riprendersi veramente solo dopo la metà degli anni ‘50. L’UFA è ricomposta e tra il 1958 e la fine del decennio l’istituto cerca con difficoltà di estendere un monopolio produttivo in tutto il paese. Unica pellicola degna di nota ma senza troppi seguaci è 08-15 (1953) di Paul May capace di unire alla satira il dramma del III Reich.
In Argentina si può apprezzare in questi anni il film Dias del odio (1954) di Leopoldo Torre-Nilson che in collaborazione con lo scrittore Jorge Luis Borges realizza un’opera tratta proprio da un suo racconto. La caduta del governo di Juan Domingo Peron, avvenuta nel 1955 con un colpo di stato militare, getta nell’oblio non solo il paese ma anche l’intero sistema produttivo cinematografico nazionale.
In Tunisia nel 1950 viene costituita la Federazione Nazionale dei Cineclub (FTCC) nel 1950 e nel 1954 viene fondata la Cineteca Nazionale, qualche anno prima dell’indipendenza del paese, raggiunta solo nel 1956. Fino a questa data capostipite della cinematografia nazionale è considerato Tahar Cheriaa.
In Finlandia la cinematografia è fiorente solo sul mercato interno, soffrendo la mancanza completa di interesse da parte dei mercati internazionali: la prima pellicola finlandese a venire proiettata in Italia è Il soldato sconosciuto (1955) di Edvin Laine.

I figli della violenza (1950)
In Messico proprio all’inizio del decennio il regista spagnolo Luis Buñuel, dopo diverse pellicole di scarso successo, riesce finalmente a realizzare di nuovo un film che viene distribuito meglio in sala: I figli della violenza (1950).

René Vautier
In Algeria durante questo decennio lavora molto il documentarista francese René Vautier, partigiano con il Fronte di Liberazione Nazionale, che realizza i notevoli Una nazione, l’Algeria (1955) e Algeria in fiamme (1958).
La Libia raggiunge l’indipendenza nel 1951 ma a differenza dell’occupazione francese in Tunisia, l’occupazione italiana in questo paese non lascia strutture adeguate perché si possa sviluppare subito un cinema nazionale.

Jean-Luc Godard
In Svizzera un giovane cineasta fa gavetta con i documentari: Jean-Luc Godard, l’uomo che cambierà il cinema trasferendosi poco dopo in Francia e promuovendo l’ondata di contestazione della Nouvelle Vague.
Nella Repubblica Democratica del Congo è riconosciuto come pioniere del cinema nazionale l’autore Albert Mongita con il suo film La leçon de cinéma (1951).
In Turchia la legge a favore del cinema è firmata solo nel 1950 e da questa data in poi si può dire che inizia la sua storia cinematografica.
In Grecia la produzione di film è avviata già da qualche tempo e nel 1955 si possono contare oltre 550 sale in tutto il paese.
In Albania nel 1952 vengono inaugurati gli studios Nuova Albania.
Il Marocco raggiunge l’indipendenza nel 1956.