Living Cinema

1950 // 1959 – GIAPPONE

In Il Tempo Ritrovato on 29 luglio 2019 at 12:45
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Rashomon (1950)

Dopo il disumano disastro causato dalle bombe atomiche sganciate dagli americani su Nagasaki e Hiroshima nel decennio precedente, il destino si mostra più clemente con il paese che ritrova l’abbondanza della coltura del riso e soprattutto la stabilità della moneta sui mercati internazionali. Gli Anni 50 del cinema giapponese si aprono con il capolavoro di Akira Kurosawa Rashomon (1950), vincitore del Leone d’oro alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia, e con la prima pellicola a colori di questo paese, Karumen kokyo ni kaeru (1951) di Keisuke Kinoshita.

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I racconti della luna pallida d’agosto (1953)

I primi anni di produzione cinematografica risentono molto dell’influenza del neorealismo italiano e così parecchie pellicole adottano lo stesso stile e affrontano le stesse tematiche, ma parecchi autori, per la verità nel cinema già da parecchi anni, si affermano particolarmente in questo decennio grazie soprattutto al consenso della critica internazionale: ci si può riferire in questo senso al regista Kenji Mizoguchi, virtuoso del piano sequenza e legato alla descrizione del mondo femminile, che è consacrato con il film I racconti della luna pallida d’agosto (1953); ed a Yasujirō Ozu che attraverso i gendaigeki, racconti d’ambientazione contemporanea, affronta invece i temi del Giappone industriale con capolavori come Viaggio a Tokyo (1953).

maxresdefaultLa produzione più singolare però è quella che si rifà all’esperienza dell’atomica, vissuta dai giapponesi non solo al termine della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dopo gli esperimenti sulle isole Bikini. Simbolo di tutto questo, ma anche di quella che presto diventerà una vera e propria tradizione cinematografica di questo paese è il mostro Godzilla (1954) di Ishirō Honda, che rende celebre il genere del kaiju eiga, dei film con i mostri giganti.

104807353-7449d210-a848-451e-9896-cddcd227dfecÈ però ancora una volta il regista Akira Kurosawa che ha il compito di svecchiare il cinema nazionale per approdare ad una forma sempre meno tradizionalista, realizzando un atipico western di oltre tre ore come I sette samurai (1954).

Byakuya_no_yojo-314348487-largeLa strada della vergogna (1956) è l’ultimo film girato dal regista Kenji Mizoguchi. Tra i poco conosciuti fantasy movie realizzati in questo paese, Tentazione (1957) di Eisuke Takizawa è il più interessante.

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Nagisa Oshima

Come accade anche nel resto del mondo, anche in questo paese si sviluppano meglio di altre solo cinque grandi majorsin grado di controllare interi trust del settore cinematografico. NikkatsuShochiku, Toho, Daieie Toei sono di fatto i padroni del mercato nazionale fino alla fine degli anni Cinquanta, periodo in cui esordisce un regista che riuscirà a caratterizzare tutto il decennio successivo del cinema giapponese: Nagisa Oshima realizza il suo primo cortometraggio proprio nel 1959. In un certo senso la Nouvelle Vague incomincia anche in questo paese alla fine del decennio.

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