Non è la prima volta che viene usata la bodycam, e non possiamo sicuramente dimenticare Harvey Keitel quando si ubriaca con i suoi amici in Mean streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (1973) di Martin Scorsese. Da quel momento in poi è spesso stata usata per raccontare gli effetti di una soggettiva distorta del protagonista, raccontati però sul primo piano e sicuramente in Requiem for a dream di Darren Aronofsky se ne fa un largo uso proprio perché il tema centrale è la distorsione della percezione a causa delle droghe. Questo linguaggio, quello della bodycam, è stato abbondantemente sfruttato durante tutto il tempo che intercorre tra i due film, specialmente nel linguaggio del videoclip ed è anche per questo che il film di Aronofsky è stato spesso accusato dalla critica ortodossa di attingere ed abusare proprio questo linguaggio tipico da videoclip. In questa foto di scena è Jennifer Connelly ad durante le riprese di Requiem for a dream.