Dopo il 14 agosto 1945 e lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, il paese deve arrendersi alle forze alleate e lasciare che le sia imposta una costituzione democratica dai vincitori. Questa forzatura politica allontana il paese dal proprio passato influendo anche sul cinema: vengono così vietati i sentimenti tradizionali come il militarismo, lo spirito di rivincita, il suicidio, temi che per diversi anni diventano invece veri tabù. A questa serie di condizioni si aggiunge uno stimolo a produrre film con un più rassicurante happy end.

Cane randagio (1949)
La prima volta che un bacio è mostrato sugli schermi giapponesi è in Aru yu no seppur (1946) di Chiba Yasuki. Già attivo nel decennio precedente, l’Imperatore del cinema [1], il regista Akira Kurosawa, più vicino al modello occidentale e comunque allievo di Kajiro Yamamoto, firma due capisaldi del neorealismo nipponico, il noir L’angelo ubriaco (1948) e il poliziesco Cane randagio (1949).

L’angelo ubriaco (1948)
Da questo momento in poi il cinema giapponese, pur conservando la sua lunga tradizione narrativa rivolta sia al presente che alla costante rilettura del periodo feudale, tenderà ad una maggiore (quasi esasperata) stilizzazione (narrativa e visiva) sostenuta da un solido impianto realistico, e molto legato all’immagine reale che la messa in scena proietta.
La presenza americana subito dopo il secondo conflitto amircano, si accentua anche con la distribuzione di pellicole hollywoodiane sul territorio, pratica che stimola al contrrario la nascita delle prime produzioni locali indipendenti come la Shintoho (separata dalla Toho) che sceglie di distribuire anche autori europei capaci in seguito di influenzare in maniera più profonda l’intero cinema orientale.
Alla fine del decennio il regista Yasujiro Ozu firma una delle sue più caratteristiche opere gendaigeki, Tarda primavera (1949) nello stesso anno in cui è fondata la EIRIN – Regolamentazione della morale cinematografica, costituita da un cartello di produttori.
[1] Massimo Moscati. Breve storia del cinema. Bompiani
[…] la Seconda Guerra Mondiale, in particolare durante l’invasione subita da parte del Giappone, la produzione cinematografia cinese era stata letteralmente occupata dall’invasore […]
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