Als Wir Träumten (2015), ultima fatica del regista tedesco Andreas Dresen, racconta la storia di 5 ragazzi cresciuti a Lipsia, a cavallo dell’unificazione tedesca. La narrazione va avanti e indietro tra il prima e il dopo della riunificazione (raccontando a tinte di polaroid le slavate ambientazioni socialiste) dove i cinque protagonisti crescono, tra il sogno socialista e l’imminenza del capitalismo, in un paese in transizione che loro a fatica comprendono.
“Da dove siamo sorti? Dalle rovine!”. Tra irruzioni pubertarie, la vitale neccessità di rielaborare i valori a loro finora insegnati e un forte legame fraterno tra di loro, Dani, Mark, Rico, Pitbull e Porno Paul cercano di realizzare in parallelo le loro aspirazioni individuali che vanno alla fine a concretizzarsi nell’apertura di un Club, l’Eastside, progetto comune che dona ai ragazzi il sogno di aver finalmente trovato la loro strada verso l’età adulta “Saremo i piu’ famosi. Poi verranno anche le ragazze”.
Sogno però che viene distrutto dal gruppo di neo-nazi (die Reudnitzer Rechte) che mafiosamente rivendica il quartiere capeggiato dal capo bullo Kehlmann, sebbene i ragazzi chiedono l’aiuto dei red skinheads della zona dai quali però vengono liquidati con la scusa che il gruppo di Kehlmann non è propriamente neo-nazi. I cani sciolti di Kehlmann si mettono d’impegno a perseguitare i ragazzi e vandalizzano il loro Club, cosa che segna l’inizio della discesa per i ragazzi. Rico, il pugile, non vincera‘ piu‘ nemmeno un incontro, Pitbull, il pragmatico, diventerà spacciatore e Mark il suo migliore cliente e Dani, quello piu’ forte, la voce narrante della storia, sarà i primo a tradire il loro patto di fratellanza.
Andreas Desen insegue tutto questo con la telecamera attaccata quasi alla nuca dei ragazzi, visioni estetizzate della sporcizia con un montaggio serratissimo, dove se all’inizio si è subito coinvolti dall’atmosfera techno nello scantinato alla fine si è colti da un sentimento di malessere causato da questo Never-ending-Party del non voler mai crescere.
A corollario alla visione del film in sé, un importante esperienza è stata quella di vedere questo film in un cinema indipendente della Berlino Est, durante una proiezione popolata principalmente da tedeschi dell’est (i cosibattezzati Osi da quelli dell’ovest) e vivere con loro in ogni scena la sofferenza partecipativa dell’inevitabile caduta e sgretolamento del sogno dei giovani protagonisti.